Ansia che ansia! Cause, sintomi e rimedi.

 

“Dottoressa ho l’ansia e non sono come gestirla, mi aiuti!

Negli anni passati ho anche sofferto di attacchi di panico, non respiravo, mi tremavano le gambe, mi veniva spesso da correre al bagno e mi vergognavo, cosi pian piano ho iniziato ad evitare tante cose, pensavo addirittura delle volte che si trattasse di un infarto. Le uscite con gli amici non esistevano più, chiedevo sempre a qualcuno di accompagnarmi ovunque. L’ansia mi divorava. E’ cominciata così la lotta, una vera e propria lotta con me. Le ho provate tutte, ho letto tutto quello che si deve fare in questi casi su internet, ma comunque l’ansia non va via, per questo ora sono arrivato qui da lei, mi aiuti.”

 

Cos’è l’ansia?

La parola ansia, che proviene dal latino e si traduce con “stringere”, comunica molto bene la sensazione di disagio, di allerta, di costrizione, imbarazzo e incertezza,  vissute da chi soffre di uno dei disturbi legati al suo spettro.

L’ansia è la risposta normale del nostro organismo caratterizzata da un insieme di reazioni automatiche, innate, che scattano quando la nostra percezione ci avverte che ci troviamo di fronte ad un pericolo e ci prepara all’azione. Essa si traduce talvolta in una preoccupazione eccessiva. Quando emerge uno stato ansioso molto elevato, il corpo secerne adrenalina che causa un aumento del battito cardiaco, ma non solo, ad aumentare sono anche pensieri, emozioni, sensazioni viscerali e comportamenti.

Si attiva un sistema di allarme automatico, una sorta di pulsante antincendio, che ci mobilita per affrontare il tutto e fa lavorare il corpo in modo più veloce: si tratta di un modo primitivo ed evolutivo per preparare meglio la persona a gestire le situazioni di pericolo. Da qui è possibile estrarre accanto alla connotazione più negativa, anche qualcosa di positivo insito nell’ansia. Basti pensare allo stato di attivazione che produce e che può innescare il circuito dell’iniziativa, della proazione, dell’energia necessaria per attivarsi e cambiare, fare qualcosa.

Che differenza c’è tra ansia e paura?

E’ molto importante conoscere la differenza tra ansia e paura. Mentre la paura è un’emozione primaria che ci informa del reale pericolo a cui stiamo andando incontro o già presente, l’ansia è più la previsione di una situazione che prefiguriamo come pericolosa e sperimentiamo come minacciosa, a volte sulla base di esperienze passate, più spesso senza alcuna connessione apparente, da alcuni vine definita come paura irrazionale.

Quando l’ansia è normale e quando non lo è ed è necessario chiedere aiuto?

Una certa quota d’ansia è assolutamente naturale  e anche fondamentale per ciascun individuo. Immaginare le conseguenze che possono verificarsi in una situazione, se non ci mobilitiamo, è molto utile per farci attivare e risolvere un problema da affrontare, ad esempio se abbiamo di fronte un esame, una leggera ansia anticipatoria è molto utile per permetterci di studiare prima e arrivare ben preparati allo stesso.

La stessa ansia diventa fonte di preoccupazione quando è eccessiva e perdura per più di 6 mesi e ostacola il benessere quotidiano impedendoci di svolgere le normali attività e di raggiungere obiettivi per noi fondamentali, ad esempio uscire con gli amici (“non vado perché ho paura di star male”), realizzarsi sul lavoro (“non mi promuovo perché ho paura del giudizio altrui”), viaggiare (“non prendo l’aereo perché ho paura di un incidente”).

 

Quali sono i sintomi?

I sintomi sono diversi e vengono distinti in tre categorie principali.

  1. Sintomi cognitivi: pensieri e convinzioni disfunzionali, catastrofici e anticipatori; rimuginio.
  2. Sintomi fisici e fisiologici: senso di soffocamento, tachicardia, tremori, dolore al petto, sudorazione, vertigini, diarrea, nausea, capogiri, dolori addominali, senso di svenimento, derealizzazione (la realtà esterna sembra estranea), depersonalizzazione (distacco da se stessi, dal proprio corpo)
  3. Sintomi comportamentali: tra i più importanti vi sono i cosiddetti comportamenti di evitamento: “evito di fare, di andare, di dire” e i comportamenti di protezione “ho bisogno di essere accompagnato; porto sempre con me degli ansiolitici”.

 

Ma quanti disturbi d’ansia esistono?

Esistono diverse tipologie di disturbi d’ansia. Di seguito un breve elenco dei disturbi d’ansia categorizzati dal DSM-5 con la relativa prevalenza nella popolazione generale.

  • Disturbo d’ansia di separazione (bambini: 4%; adolescenti: 1,6%)
  • Mutismo selettivo (tra 0,03 – 1%)
  • Fobia specifica (USA: 7 – 9% ; Europa: intorno al 6%; paesi asiatici, africani e latinoamericani: 2 – 4%)
  • Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale) (USA: 7%; Europa: 2,3%)
  • Disturbo di Panico (USA e alcuni paesi europei: 2.3%; paesi asiatici, africani e latinoamericani: 0,1 – 0,8%)
  • Agorafobia (1,7%)
  • Disturbo d’ansia generalizzata (USA: 2,9%, altri paesi: 0,4 – 3,6%)
  • Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci (0,002%)
  • Disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica (n.s.)
  • Disturbo d’ansia con altra specificazione (n.s.)
  • Disturbo d’ansia senza specificazione (n.s.)

 

Ma quali sono le cause dell’ansia?

La ricerca delle cause dell’ansia non è sempre semplice. Per questo motivo è necessario avere il tempo per valutare i fattori che hanno potuto innescare il circolo vizioso. Esistono fattori genetici che predispongono alla stessa, fattori esterni come forti stress e che scatenano reazioni improvvise, ma molte volte non sembra esserci una motivo scatenante. In generale, comunque, è possibile individuare tre grandi tipologie di fattori che influiscono sulla persone determinando stati di ansia più o meno gravi:

Fattori genetici ereditari.

Stili di vita intensi (ritmi di lavoro frenetici, abusi di sostanze psicotrope, ecc).

Disequilibri più o meno naturali di sostanze chimiche presenti nel cervello (noradrenalina e serotonina).

Fattori inconsapevoli: la mente possiede una cantina buia (vedi Inside Out) dentro la quale inconsapevolmente andiamo a depositare esperienze e ricordi dolorosi che in altri momenti della vita possono riemergere sottoforma di sintomi fisici, di pensieri, sensazioni ed emozioni sgradevoli.

Cosa è utile fare?

Quando l’ansia persiste è necessario consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta per effettuare una prima valutazione grazie alla quale è possibile giungere a un’ipotesi diagnostica (qual’è il problema? quali sono le possibili cause?) e a un’ipotesi d’intervento (come è possibile intervenire per ridurre i sintomi?).

Esistono diversi approcci terapeutici (con annesse tecniche, strumenti, modelli operativi ), tra i più importanti:

  • terapia cognitivo – comportamentale (per agire sui pensieri e i comportamenti disfunzionali)
  • terapia focalizzata sulle emozioni (per agire sulle emozioni)
  • terapia corporea – bioenergetica (per agire sul corpo)
  • terapia gestaltica (per agire sul “qui ed ora”, sull’espressione dei bisogni, sulla consapevolezza)
  • psicoanalisi (per agire sui contenuti rimossi dalla coscienza e l’analisi del passato).

 

Ad oggi, gli approcci che utilizzano metodologie integrate (l’insieme degli orientamenti sopra passati in rassegna) risultano di maggiore efficacia poiché vanno “a cucire su misura” interventi mirati in base alla persona, ai suoi specifici bisogni, al suo problema e alla sua storia.

 

Per saperne di più, per un colloquio o anche solo per farmi sapere se ti è piaciuto, CONTATTAMI:

Email: deborakdantoni@hotmail.it

FB: Deborak D’Antoni Psicologa

Tel: 3476803307

Be the first to comment

Lascia un commento