Perché leggere su internet non basta per guarire da ansia e attacchi di panico?

Il più delle volte leggere su internet aggrava ulteriormente stati d’ansia preesistenti. Perché accade questo?  Nel momento in cui la nostra ansia supera il livello minimo e inizia a darci segni di sofferenza persistente la stessa va trattata all’interno di una relazione rassicurante che possa non solo darci informazioni (domande tipiche sono: Di cosa si tratta? Quali sono le cause di ciò che mi sta succedendo? Perché proprio ora?), ma anche un supporto concreto per trovare dei rimedi in tal senso.

Avere informazioni su ciò che stiamo sperimentando attraverso nozioni “fai da te” ricavate dalla rete se da un lato, nel breve termine, aiuta ad avere una breve dose di rassicurazione, in realtà nel tempo può aggravare ulteriormente lo stato pre-esistente e far giungere a stati d’ansia cronicizzati.

E’ bene anche sapere che attivare in mente, attraverso l’immagazzinamento delle informazioni (per quanto apparentemente utili), nozioni sull’ansia, in realtà le stesse possono fare da “effetto interruttore”. Basti pensare che uno dei meccanismi dell’ansia è proprio il pensare ripetutamente, in modo meccanico, allo stato di malessere che si prova. Per tale motivo, lasciare libere e attivate in memoria informazioni che vertono sullo stesso argomento può incidere notevolmente sulle sensazioni sgradevoli e il senso di paura associati a tali pensieri. Una sorta di profezia che si autoavvera, del tipo “ho l’ansia, penso ai rimedi per l’ansia e provo ancora più ansia”.

Per questi motivi, recarsi da un professionista è utile non solo per effettuare una valutazione di quanto sta accadendo nella nostra vita, ma anche per comprendere in che modo è possibile intervenire in modo efficace.

La terapia rappresenta in tal senso una sorta di Mappa della Vita (“Chi sono? Da dove vengo? Che percorso ho fatto?”), un’occasione per tirare le fila del passato e comprendere desideri, bisogni, aspettative riferiti al presente e al futuro (“Chi voglio essere? Dove voglio dirigermi?”).

L’ansia che sperimentiamo il più delle volte è già essa stessa una comunicazione del fatto che è arrivato il momento di cambiare qualcosa della nostra vita che non ci fa più stare bene. Ignorarla o peggio, darle da mangiare solo semplici informazioni, rischia di lasciarci scoperti e affamati sul piano emotivo e corporeo.

In tal senso, l’immagine iniziale è paradossale e provocatoria allo stesso tempo: una donna in costume, tra le righe, che dà le spalle e ha in volto l’espressione tipica del “apro la bocca per prendere aria”.

L’ansia è un ‘opportunità di cambiamento ed evoluzione delle nostre vite, di noi come individui, un messaggero del corpo capace di farci prendere in mano le redini della nostra vita per dirigerci verso una strada di maggior benessere. Non ascoltarla, non dedicarle il giusto tempo e spazio, comporta il più delle volte la staticità di una vita che non solo procura malessere, ma che d’altronde non evolve,  dà noia, priva di stimoli, senso e significato.

 

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